Con la metà del 2022 è entrato in vigore il nuovo Codice della crisi d’impresa, che pone a carico di tutti gli imprenditori un nuovo adempimento amministrativo contabile. Se n’è parlato ampiamente nei mesi scorsi, ora è il momento di attivarsi per assolvere a tali adempimenti.

Il Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza prevede:

  • che l’imprenditore individuale debba adottare misure idonee a rilevare tempestivamente lo stato di crisi e assumere senza indugio le iniziative necessarie a farvi fronte (art. 3 – Doveri del debitore);
  • che l’imprenditore, che operi in forma societaria o collettiva, abbia il dovere di istituire un assetto organizzativo, amministrativo e contabile adeguato alla natura e alle dimensioni dell’impresa, anche in funzione della rilevazione tempestiva della crisi dell’impresa e della perdita della continuità aziendale, nonché di attivarsi senza indugio per l’adozione e l’attuazione di uno degli strumenti previsti dall’ordinamento per il superamento della crisi e il recupero della continuità aziendale (art. 375 – Assetti organizzativi dell’impresa; 2086 Codice civile).

Si tratta di norme fondamentali per l’impostazione del nuovo Codice della crisi ma stanno mettendo in difficoltà gran parte delle microimprese italiane e dei loro consulenti, anche per il fatto che l’impresa non prevede esoneri dimensionali.

Con la chiusura dei Bilanci 2023 occorre iniziare a valutare, per quanti ancora non si sono messi in regola con tali adempimenti, quanto sia importante aderirvi e cosa si rischia a non farlo.

Lo studio Rico rimane a disposizione per la stesura delle relazioni di fine anno, necessarie per le aziende più piccole (imprenditori individuali e microimprese) e per la gestione della consulenza e degli adempimenti trimestrali, necessari per le aziende più grandi (società con dipendenti e con fatturati sopra i 500.000 euro).

Tale adempimento non è necessario per i professionisti, non iscritti in camera di commercio.